venerdì 28 settembre 2012

Lo Gnomo che cavalcò una farfalla



Tanto tempo fa nella foresta incantata viveva uno Gnomo di nome Gavad.
Gavad amava salterellare qua e là nell'erba alta, attardarsi a contemplare i colori dei fiori variopinti e ad annusarli, aspirandone il profumo inebriante. Ma la cosa che lo rendeva più felice, che gli faceva segretamente palpitare il cuoricino di gioia, era quando ad una cerca ora, vedeva una farfalla avvicinarsi e posarsi sulle delicate corolle.
La guardava planare leggera, sbattere le alucce tutta fremente e posarsi felice sui petali. Una volta che si era posata, apriva le ali e le distendeva, mostrandole in tutta la loro bellezza. Erano di un giallo brillante, con grandi striature rosse, arancioni, blu: un vero arcobaleno di colori.
Gavad, nascosto dietro una foglia, la spiava a lungo, pieno di ammirazione e di meraviglia. Quella farfalla gli pareva un messaggero del cielo, un pensiero degli dèi inviato sulla Terra.
Un bel giorno si risolse a vincere la timidezza: uscì dal suo nascondiglio e parlò alla farfalla.
"Bella farfalla, come ti chiami?" la farfalla trasalì, sbattè le ali per un attimo e poi rispose: "Io mi chiamo Gavad. Sono lo Gnomo della foresta. È da tanto tempo che ti guardo, quando sei posata sui fiori sei così bella..."
"Davvero Gavad?"
"Sì, sì, le tue ali mi sembrano fatte di luce, i tuoi colori brillano come il Sole".
Poi Gavad, tutto timoroso e reverente, si tolse il cappuccio e, con gli occhi fissi  a terra, continuò:
"Arcobaleno, sai...mi piacerebbe molto venire con te a volare nell'aria limpida, inebriarmi di luce e volteggiare leggero come fai tu, nella foresta, da un fiore all'altro, di ramo in ramo..."
" Ma certo Gavad" risposte la farfalla "sarò orgogliosa di farmi cavalcare da uno Gnomo e di portarlo con me nel mio piccolo viaggio! Vieni, sali, non aver paura!"
Gavad, raggiante di gioia ed emozionato, si accomodò, anche se un po' goffamente, sulle ali di Arcobaleno e i due presero il volo e si librarono in alto.
La farfalla, all'inizio, faticava un po', ma poi si abituò al peso di Gavad e riuscì a compiere ben presto le sue suggestive evoluzioni nell'aria. Allo Gnomo non pareva vero di poter vedere la foresta dall'alto, i fiori che occhieggiavano tra un filo d'erba e l'altro, i funghi spuntare maliziosi sotto le foglie con i loro cappelli....
Poi, vero il tramonto, Arcobaleno atterrò su una foglia e disse a Gavad, che nel frattempo era sceso dalla sua cavalcatura e si era accomodato su una roccia:
"Caro Gavad, mi ha fatto molto piacere portarti sulle mie ali. Purtroppo, però, non potrò farlo un'altra volta, perchè questo le consumerebbe del tutto, ed io sarei destinata a morire. Accontentati, perciò, di questa avventura, e salutami da terra quando mi vedrai ritornare nei paraggi dei tuoi fiori, Ora, devo tornare dalla Regina delle Farfalle, come ogni notte. Arrivederci Gavad!" E volò via.
Lo Gnomo rimase a bocca aperta a guardarla allontanarsi nel cielo. Provava un misto di gioia e di tristezza; di gioia, per la bella esperienza vissuta con Arcobaleno; di tristezza perchè quella sarebbe stata la prima ed ultima volta.
Si incamminò a testa bassa tra l'erba e, trovato un bel fungo, ci si sedette sotto, appoggiato al gambo, a rimuginare tra sé e sé quello che gli era accaduto.
Ad un tratto, lo sguardo gli cadde sulle sue braghette e....vide che erano coperte da un velo di pulviscolo brillante e colorato: erano i colori di Arcobaleno!
Quanto aveva rischiato, che sacrificio aveva fatto la farfalla per lui, pensò, tutto turbato da questa scoperta. Quella polverina era la sostanza magica delle sue ali e, davvero, se lui l'avesse cavalcata ancora una volta, veramente Arcobaleno l'avrebbe persa tutta e non avrebbe potuto più volare!
La farfalla aveva compiuto sul serio un rischioso sacrificio per lui, quel giorno!
Così Gavad, per ringraziare Arcobaleno del suo gesto e testimoniarle la sua gratitudine, decise di farle un bel regalo.
Raccolse con le manine la polvere variopinta sparsa sui suoi pantaloncini, si alzò e si incamminò nel bosco fino a che, in un praticello, non trovò una bella, bianca margherita.
Allora aprì le mani, e lasciò cadere la polverina sui petali di questa, pronunciando misteriose parole: subito essi assunsero mille colori, tutti bellissimi e luminosi come il Sole: erano i colori delle ali di Arcobaleno...
Il giorno dopo, la farfalla tornò e, alla vista di quella margherita così variopinta ed eccezionale, vi si posò sopra a lungo, tutta felice. Quel fiore, poi, le pareva molto familiare...
Gavad intanto, la osservava da lontano riposarsi su quei petali, e sorrideva contento.

Nota: questa leggenda è nata intorno ad una variopinta margherita, detta Arcobaleno, che fiorisce nel Galles ed è molto amata dai contadini.

(Favola Gallese tratta dal libro "Gli spiriti della natura di Luisa Chevalier")

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